giovedì 1 febbraio 2024

🖤NASCOSTI NEL BUIO - RACCONTI

 





L'immagine è il link diretto per l'acquisto.
                 Il volume è incluso in Kindle Unlimited 


Autore: Sonia Di Stefano.
Nata ad Atri nel 1984, sono cresciuta in un piccolo paese dell'Abruzzo con l'idea che nulla è impossibile e che i misteri del mondo, che a noi sono ancora sconosciuti, realmente celino segreti in grado di nutrire la nostra fantasia. --Questo testo si riferisce a un'edizione fuori stampa o non disponibile di questo titolo.

Pagine cartaceo: 146
Data pubblicazione: 25 Febbraio 2020



Raccolta di racconti con sfumature dark. Fate, vampiri e fantasmi popolano le pagine di questo libro.

🖤🖤🖤🖤🖤❤️
Recensione

Innanzitutto ci teniamo a ringraziare l'autrice Sonia Di Stefano per averci inviato la copia cartacea de "Nascosti nel buio".
Il libro è, come anticipato, una raccolta di racconti, con sfumature Dark e riferimenti ai classici del gotico - horror.
Un libro che ho letto più e più volte perché, ogni volta, assaporavo un dettaglio nuovo.
La scrittura è molto bella, curata, si passa da racconti horror classici rivisitati in chiave moderna a racconti con personaggi del folklore.

Il primo racconto è, anche dopo rilettura, il mio preferito in assoluto.
Ricorda con me.
Senza entrare nello spoiler (soprattutto trattandosi di racconti brevi), l'autrice è riuscita a creare un'ondata di emozioni, durante la lettura, assolutamente in linea con il racconto.
L'angoscia, la speranza, il dubbio del lettore si mescolano con le pagine e con le sensazioni della protagonista per poi trovare l'apice nel finale. 
Un finale che, ammetto, mi ha piacevolmente travolta. Immaginavo, ma... Credevo, ma... 
Un racconto assolutamente perfetto, per quanto riguarda i miei gusti di lettura e scrittura. 

Proseguendo la lettura, troviamo il racconto Brucia la Luce.
A differenza del racconto precedente, strutturato con elementi urban, qui ci ritroviamo in un fantasy.
Le fate sono le protagoniste, con la loro luce, leggerezza, gioia. Una gioia che viene però intaccata da un secondo personaggio "classico" ossia il vampiro.
Ammetto che, a primo impatto, il connubio fata-vampiro mi ha destabilizzata, dandomi una sensazione del troppo. 
Ma così come è arrivata, la sensazione è svanita lasciando lo spazio alla curiosità.
Come anticipato nella Prefazione, l'autrice ha deciso di inserire dei personaggi del suo primo romanzo "Ricordo di Morte". Scelta assolutamente ben studiata e che ammiro. 
I racconti presenti sono tutti indipendenti, la lettura di "Brucia la Luce" non è vincolata alla lettura del romanzo e stesso discorso vale per Quel brivido sono io (racconto che segue Brucia la Luce) MA la curiosità di andare a recuperare il romanzo nasce in maniera del tutto naturale.
Traspare la sofferenza dei protagonisti per essere stati ingannati, per essere vittime di un destino più grande di loro, si intravede la profondità dei messaggi che, credo e spero, troveranno il loro apice e completezza nel romanzo. 
L'unica scelta che, per gusto puramente personale ma che trova una spiegazione logica e stilistica dell'autrice, non mi ha appagata pienamente è lo svelare, proprio con il terzo racconto, la "salvezza" accennata nel precedente. 
Essendo un'amante del mistero e dei viaggi mentali, avrei preferito magari trovarlo verso la fine del libro, in modo da mantenere alta l'attesa. 
Sia chiaro, non è svelato nulla di compromettente, vi è anche la comparsa del Nulla, un personaggio con delle caratteristiche che voglio assolutamente approfondire e che trovo stimolanti ma la prima caratterizzazione della salvezza, avrei preferito leggerla più avanti.
Bellissimi, per quanto riguarda il Nulla, la scelta dei riferimenti a personaggi realmente esistiti e che, indubbiamente, sono stati una fonte di ispirazione per i racconti.
Uno su tutti, Poe.
Allo stesso tempo, analizzando logicamente la scelta, la curiosità viene ulteriormente accentuata, volendo a tutti i costi scoprire come, se, perché si evolveranno i personaggi.
Una lotta cuore - testa, nata in me, che mi stuzzica.

Giungiamo, in punta di piedi e con un crescendo di aspettative a 
"Non avevo che 20 anni".
Un racconto che descrivere non mi è semplice. Vi sono gli elementi paranormal ma con riferimenti a situazioni, ahinoi, molto attuali. 
Un mettere per iscritto l'angoscia delle vittime, la disperazione di chi rimane.
Ho già detto che la fonte di ispirazione è Poe? 
Ecco, man mano che si prosegue con la lettura, non si può che ammirare quanto l'autrice abbia fatto suoi le strutture classiche dei racconti horror del maestro per eccellenza, avendo però la grande capacità di strutturarli in ambienti moderni o con elementi più contemporanei.

Dopo un susseguirsi di racconti "semi realistici" e altri folkloristici ma con un bagaglio emotivo tangibile, arriviamo ad un racconto "tragi-comico", che personalmente etichetterei con una punta di Black Humor. 
Sto parlando di "La Finale". 
Il racconto non è da intendersi come un cambio di rotta ma una pausa di respiro, necessaria, per riaffrontare la seconda metà della raccolta. 
Ci troviamo in una situazione tipicamente vista in diversi programmi televisivi ma, come è giusto che sia dato il tipo di romanzo, con elementi dark-horror. 

A metà racconto troviamo "L'hai capita?" .
Una storia che, per scelta di comicità dark, può essere vista come secondo respiro alla pari di "La Finale" ma qui abbiamo un lento ridiscendere verso le emozioni sofferte. 
"Una vendetta in punta di mignolo", infatti, è quasi un racconto neutro (fatta accezione per la vita a braccetto con la follia).
Una paziente di un ospedale psichiatrico che si trova, tra le mani, un aiutante molto valido e che scopre che, dopo tutto, pazza non è.
Sembra quasi un riprendere e dare pace al "Corvo". 
Una storia ben strutturata e che serve come rincorsa verso l'abisso.
Meno comico, più angosciante, ma fatto con lentezza e con studio.
Per la serie "Ah, ti ho fatto ridere prima? Bene! Vieni con me, continua a ridere..ridi...ridi...".

Arriviamo così a "Il mio posto nell'abisso", una storia che ripercorre la leggenda di Colapesce alias Nicola di Messina. Qui, le sensazioni, sono di amore tragico-folle. 
Un racconto che, terminato, mi ha lasciato un dolce amaro in bocca e senza respiro, proprio come la protagonista. 
Se uno sta bene a vedere, c'è chi può interpretare il racconto come storia positiva, sinceramente apprezzo molto di più la mia percezione "negativa" perché si parla di Dark. Gotico. Horror. Psicologia. e perché, ammettiamolo, certi amori sono folli e basta.
Se non siete d'accordo, lasciatemi nei miei trip mentali. 
"Questo è il mio posto"

"Fiori gialli al vento" è il penultimo racconto della raccolta.
Una storia triste, di una donna vittima del giudizio altrui che ha scelto la strada peggiore. 
Forte però della sua esperienza, cerca in tutti i modi di lasciare una morale, un messaggio a chi si sente come lei. 
Questa è la vera storia d'amore tragica. 
Per la protagonista non si può che provare compassione, pietà e ci si sente, indipendentemente dal proprio stato emotivo, messaggere delle sue volontà, della sua forza, imparate da lei nel modo peggiore e troppo tardi.


SPOILER
Vedi quei fiori lì? Li ha piantati Antonio quando è tornato.
Sì, sono gialli, proprio come il suo mazzolino.
Diceva che così mi avrebbero fatto compagnia e mi avrebbero sempre ricordato di lui.
Adesso vai, cara, volta le spalle (...)
Che nessuno si permetta mai di possedere il tuo amore, che è soltanto tuo! Non tuo padre, non tua madre, non la morte. VAI.
FINE SPOILER

Mi sono sentita il dovere di copiare la parte del libro. 
Se avete deciso di proseguire e leggere lo spoiler, capirete bene quello che ho cercato di dire in precedenza. 
Nella tragedia, un messaggio di speranza. Una morale che ho sinceramente adorato. Un racconto breve che, soprattutto visti i tempi attuali, merita di essere letto in classe perché in questa tragedia c'è la forza. 

Se a livello di coerenza di genere, il primo racconto, è stato il mio preferito, il racconto Fiori gialli al vento è quello con la morale più bella. 
Segno indiscusso dell'incredibile profondità dell'autrice e delle sue capacità di approcciarsi e giocare con gli stili e le sfumature di narrazione.

Ho già detto come io mi sia assolutamente innamorata di come l'autrice riesca a giocare con le emozioni del lettore? No? 
Ebbene, direi che è il momento di farlo.
Non mi è capitato spesso, MAI con autori italiani recenti del genere, ancor più difficile con racconti brevi ma alla fine del libro ho proprio sentito come racconto dopo racconto, ogni sentimento più oscuro (angoscia, tristezza, cupa comicità, etcetc)  sia stato accarezzato, appagato, "manipolato" in senso positivo . 
Un gioco messo in atto dall'autrice e che trova il suo apice a fine lettura completa. Dopo una pausa e presa di coscienza. 

Concludiamo la raccolta con "Ancora un morso".
Questa volta, Sonia Di Stefano, ci delizia e stupisce con un'ulteriore scelta stilistica.
Il diario.
La lettura, a primo impatto, fa immaginare una serie di eventi per poi essere sorpresi da veri e propri plot twist (in 30 pagine, capite che capacità di scrittura?) che sorprendono e appassionano.
Il lato di me "editing" è stato PIENAMENTE soddisfatta anche dalla cura per le date scelte. 
Non vi è incongruenza ma ricerca e attenzione per i dettagli. 

La raccolta non poteva che terminare con questo racconto. 
La chiusura di un'anteprima delle capacità di scrittura e viaggi tra stili di un'autrice che merita assoluta attenzione e che è, senza voler sembrare "lecchina", promettente. 
Sono veramente rimasta colpita:
- dalla caratterizzazione (indubbiamente e per scelte) accennata dei personaggi ma che cela una capacità di approfondimento e spessore non indifferente;
- dalla capacità di sfruttare, e far entrare in contatto, le emozioni facendo sì che si creasse un vero e proprio filo diretto tra il narratore ed il lettore. La scelta della prima persona facilita in tal senso, ma non è così semplice usarla e, soprattutto, non è così semplice far sorgere al lettore il dubbio su chi fosse la fonte emotiva. Un paio di volte mi sono dovuta fermare e chiedermi "ok, ma sono io che percepisco così o è il narratore che lo percepisce?";
- dal riprendere e dare la sensazione del classico, ma usando termini e ambientazioni moderne. 
Non vi è mai la sensazione dello scopiazzato ma di un far suo un genere, sensazione che nasce solo quando si legge un'autrice capace di scrivere. 

Sono una "rompi scatole" per quanto riguarda il genere Horror, raramente accetto collaborazioni riguardante i racconti brevi dark-horror proprio perché le aspettative sono molto alte e perché, essendo il mio preferito, ho sempre paura di rimanere delusa.
"Nascosti nel buio" in generale e alcuni racconti nel particolare, sono stati una soddisfazione incredibile da leggere. La mia scelta personale, per quanto riguarda i racconti, rimane verso le storie lontane da demoni, fate e vampiri (benché personaggi amati profondamente) semplicemente perché trovo che l'autrice sia talmente brava da poter essere pienamente apprezzata, forse addirittura  maggiormente,  con i racconti privi del supporto dell'immaginario comune.

Consiglio vivamente la lettura di "Nascosti nel Buio" e ringrazio l'autrice per avermi dato modo di apprezzare il suo stile e, finalmente, non rimanere delusa, anzi.

*Il romanzo "Ricordo di Morte (che mi sono annotata e che voglio assolutamente recuperare) è incluso nell'abbonamento K.U.*



“Quelli che sognano ad occhi aperti sono a conoscenza di molte cose che sfuggono a chi sogna addormentato.”
                                                                   EDGAR ALLAN POE

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