mercoledì 21 giugno 2023

🤍Il lenzuolo

Editore: ‎ Mondo Nuovo (27 gennaio 2023)

Lingua: ‎ Italiano

Copertina flessibile: ‎ 226 pagine


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La trama
Una violenza carnale, l’impronta della donna violentata e torturata che resta impressa su di un lenzuolo, una sorta di sindone che ha ben poco di sacro, ma che è l'unica testimone della crudeltà e della ferocia di cui un uomo può essere capace. Il lenzuolo diventa così il vero filo conduttore di questo romanzo, un lenzuolo che si trasforma di volta in volta in strumento di morte, di fuga, di tortura, complice di sparizioni e uccisioni, alcova per incontri d’amore e sesso sfrenati e appassionati e per momenti di tenerezza e complicità, un lenzuolo a cui i due protagonisti affidano le loro speranze e la loro stessa sopravvivenza in un mondo popolato da personaggi ambigui, incredibili, a volte quasi soprannaturali, e dove un arcangelo e il volto di un Cristo crudele si scontrano per la loro redenzione o per la loro dannazione eterna. Un romanzo dissacrante che con impietosa lucidità e crudeltà ci accompagna nei meandri dell’animo umano senza risparmiarci scene di inaudita violenza, ma che allo stesso modo è capace di riportarci là dove amore e tenerezza sembrano poter dire ancora la loro.

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La recensione
Ho letto questo volume in collaborazione con l'autore e devo dire che le mie aspettative erano ben lontane da quanto ho letto.
Difficilmente leggo la trama prima del libro, ma a volte leggo le recensioni.
Una in particolare mi aveva colpita definendolo ''disturbante'', nella mia mente si era creata l'immagine della violenza, dello stupro, resa in maniera magari un po' forte e per questo disturbante.
Quando la scena in questione mi ha lasciata non troppo scossa (non perché sia una brutta persona, ma perché avendo letto di peggio la cosa non mi ha turbata; innervosita sì, fatta arrabbiare anche, intristita, ma turbata per come scritta assolutamente no), ho pensato che quel termine fosse stato usato a sproposito, di disturbante non c'era nulla.
Mai mi son trovata più lontana dalla verità: è TUTTO il libro ad essere particolare, tutto il resto del libro.
Ti prende e ti ribalta il mondo, 
ti confonde, 
ti lascia con mille dubbi e domande,
 ti spinge a cercare risposte in te stesso,
 ad analizzarti,
 a passare le successive due ore, dopo averlo finito, a chiederti: ma cosa cazzo ho appena letto?!

E io adoro tutto questo. 

Adoro il confine tra bene e male che viene preso e stracciato di fronte ai nostri occhi, 
adoro che le interpretazioni possano essere molteplici, 
che la realtà si fonda con l'esoterico,
 che l'angelo e il Cristo non siano così al di sopra dei peccati del mondo, 
che la vittima possa essere carnefice e l'innocente possa diventare pretesto. 
Non nego di aver dovuto chiedere un chiarimento all'autore, ma credo che questo faccia parte del bello di alcuni libri. Hai la tua idea, ti si forma un pensiero in testa, ma non sei più sicuro di nulla e l'unico che può avere, se non le risposte ( che in alcuni casi saranno soggettive), almeno un'idea del quadro generale è l'autore.
È come la fede no?! diamo una nostra interpretazione, ma quando i dubbi ci assalgono l'unico a cui possiamo fare riferimento è colui che ha il disegno originale tra le mani, il nostro dio. Paolo Dal Canto è il dio indiscusso di questo volume.
Vi invito a leggerlo per mettervi in discussione e vedere il mondo con occhi nuovi, vi invito a farlo dopo aver raggiunto una certa maturità e consapevolezza, con la mente aperta e mettendo da parte il lato bigotto che ci hanno inculcato in testa. Non è un libro per ragazzi, ma per adulti senza dubbio, non tanto per la crudezza delle scene, quanto per lo sconvolgimento emotivo che porta.
Detto questo la scrittura è velocissima, ritmata, piacevole, un libro che si inizia e finisce in un boccone. 
La scrittura è eccezionale, ineccepibile, corretta sempre ed enfatizzata nei momenti giusti. 
La dolcezza che traspare da alcune scene è direttamente proporzionale alla durezza di altre, sacro e profano, colpevole e innocente, redenzione e vendetta. 
Punizione divina? o giustizia degli uomini? 
tutto è tutto e niente, il valore delle cose, l'importanza di altre, la vera importanza. 
Potrei andare avanti per ore a decantare questo libro ma ciò non è dovuto alla collaborazione, come sapete sono sempre più sincera possibile e provo ad essere al di sopra delle parti. 
Di questo volume potrete dire moltissimo, non a tutti piacerà ( è inevitabile e posso già anche immaginare la banalità delle argomentazioni a riguardo) ma è obiettivo che sia scritto perfettamente.
Vi lascio una citazione, sperando di non offendere l'autore, ma credo che renda perfettamente l'idea di cosa intendo elogiando la sua opera.

E lei glielo vorrebbe dire, che si, anche lei ha peccato, che mentre ascolta attraverso i muri della cella, con una mano si segna e con l'altra si sfiora, si tocca, si flagella, e che ci sono altri gemiti di cui avrebbe dovuto parlare, ma non ne ha avuto il coraggio, non ha avuto il coraggio di confessare e confessarsi che c'è rabbia, gelosia, invidia, in quei segni della croce e in tutti quei segni sul suo taccuino. Dopo che se ne è andata il parroco esce dal confessionale e corre a sfiorarsi, toccarsi, flagellarsi, e poi va dal suo padre spirituale, e confessa, e il padre spirituale corre, si sfiora, si tocca, e confessa anche lui, e così, di confessione in confessione...

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